Il dollaro australiano ha interrotto la propria risalita che durava ormai da due settimane consecutive: gli inattesi declini che sono stati registrati nei prestiti della nazione oceaniana e dalle importazioni cinesi a causa dell’outlook relativo alla crescita economica sono stati determinanti per questa performance valutaria. Tra l’altro, “Aussie” si è indebolito per la prima volta negli ultimi giorni anche a causa della pubblicazione degli ultimi dati relativi alla produzione industriale dell’ex Impero Celeste, il principale partner commerciale dell’Australia.
Al contrario, c’è da segnalare il guadagno della moneta “cugina” di quella di cui si sta parlando, vale a dire il dollaro della Nuova Zelanda: il cosiddetto “Kiwi” ha beneficiato al massimo degli annunci recenti della Federal Reserve ed è protagonista di un apprezzamento che dura ormai da diversi giorni. L’import di Pechino è stato davvero debole, come confermato da molti analisti ed economisti, anche se questo declino potrebbe non essere giunto a conclusione. La divisa oceaniana ha perso 0,3 punti percentuali presso la Borsa di Sydney, attestandosi a quota 1,0358 dollari; lo scorso 7 settembre, invece, questo stesso valore si era innalzato fino a 1,0401 dollari americani, ovvero il livello più alto dal 27 agosto.
Nemmeno il cambio con lo yen ha riservato sorprese positive, visto che la perdita in termini percentuali è stata identica (-0,3%). Il rialzo del dollaro neozelandese, al contrario, ha reso possibile un rally di tre giorni. Nel frattempo, i bond governativi australiani hanno messo a segno un aumento, con particolare riferimento al rendimento dei titoli decennali, il quale si è fermato a 3,12 punti percentuali. I prestiti citati in precedenza sono quelli che vengono sfruttati per garantire la costruzione oppure l’acquisto di abitazioni e appartamenti nel paese e il fatto che da giugno a luglio vi sia stata una perdita dell’1% ha avuto una influenza negativa sul dollaro australiano, alla luce delle precedenti previsioni che erano decisamente più ottimistiche.