La valuta brasiliana, il real, sta continuando a rafforzarsi (vedi anche I livelli pericolosi raggiunti dal real brasiliano). L’attuale quotazione è pari a 1,98 rispetto al dollaro americano, nonostante a dicembre sia anche stata superata quota 2 reais. Quando poi il governo comincerà ad aumentare i tassi di interesse, i rialzi in questione proseguiranno, con tutte le conseguenze del caso. Una maggiore domanda per il real consentirà inoltre ai rendimenti di crescere in maniera esponenziale.
Altro scenario di cui si parla molto è quello relativo alle compagnie della nazione sudamericana, le quali potrebbero essere costrette a interrompere i loro investimenti. Il Brasile è dunque di fronte a un vero e proprio enigma. L’economia locale è cresciuta di 0,9 punti percentuali lo scorso anno, mentre l’inflazione ha superato il 6%, facendo intuire come la domanda di qualsiasi servizio, dalle scuole al gasolio, sia rimasta piuttosto alta. Anche i redditi sono cresciuti in questo lasso di tempo. In aggiunta, bisogna ricordare che i tassi di interessi sono scesi ai loro livelli più bassi di sempre, vale a dire il 7,25%. In realtà, però, questa nazione ha perso una buona fetta di competitività, visto che si sta parlando di un paese che viene considerato troppo costoso per qualunque partner sia coinvolto.
Tra l’altro, tutte quelle società di investimento che lo scorso anno consideravano il valore giusto e appropriato per il real compreso tra 1,65 e 1,70, ora stanno pensando di rivedere il giudizio. L’incremento dei tassi dovrebbe significare anche il raggiungimento di ben 2,30 reais nel cambio con la moneta verde, un livello davvero elevato. Come ha spiegato Tony Volpon, a capo della divisione relativa ai mercati emergenti all’interno di Nomura Securities, indebolire questa valuta sarebbe già un buon inizio, ma è necessario pur sempre cominciare: per ora, la manodopera e i suoi aumenti sono come un elefante che entra in un negozio di cristalli.