La greenshoe, altrimenti nota come “over-allotment option”, rappresenta uno strumento utilizzato per stabilizzare la quotazione di un titolo nei giorni successivi al collocamento in Borsa successivamente ad una IPO.
La greenshoe rappresenta un’opzione che permette al collocatore di aumentare la base azionaria di una società per riuscire a rispondere ad una domanda eccessiva di titoli da parte del mercato.
Deve il suo nome all’azienda americana Green Shoe Corporation, che per prima utilizzò questa tecnica nel momento della sua quotazione.
La Greenshoe copre di solito i 30 giorni successivi alla quotazione del titolo sui listini azionari. E’ obbligatorio menzionarla nel prospetto informativo di quotazione, indicandone l’esistenza ed il possibile utilizzo, al fine di garantire la trasparenza dell’IPO.
La clausula greenshoe è concessa dagli azionisti della società ai responsabili del consorzio di collocamento, tipicamente advisor e banche internazionali. Questo perchè l’utilizzo della clausula greenshoe implica una riduzione delle quote azionarie detenute dagli azionisti della società. Rari sono i casi in cui l’opzione venga esercitata con un apposito aumento di capitale.
In pratica, l’opzione greenshoe avviene con una vendita allo scoperto presso investitori istituzionali da parte del consorzio di banche che ha curato il collocamento nel momento della quotazione sui listini azionari della società (over-allotment), di importo pari al possibile aumento azionario previsto dalla greenshoe.
L’esercizio della greenshoe è deciso dai responsabili del consorzio di collocamento.
Affermano gli esperti:
L’opzione viene esercitata quando la domanda di titoli sul mercato in tale periodo è superiore all’offerta, causando un rialzo dei titoli oltre il prezzo di sottoscrizione.
In questo caso il consorzio di collocamento può esercitare l’opzione coprendo così la perdita derivante dalla salita dei prezzi.
Aumentando il flottante in circolazione, infatti, gli advisor sopperiranno alla forte domanda sul titolo, stabilizzandone il prezzo. Questo comporterà maggiori guadagni per i collocatori, che venderanno un numero maggiore di azioni ad un prezzo maggiore rispetto a quello fissato nell’IPO.