La Grecia si sta preparando ad un “negoziato molto, molto difficile”, con i suoi finanziatori UE e FMI, perché rilascino il nuovo prestito promesso dalla zona euro a fine ottobre. Pantelis Kapsis, portavoce del governo mette in guardia e lancia il proprio monito in vista del ritorno previsto il 16 gennaio ad Atene della troika, la delegazione che rappresenta i creditori della Grecia (Commissione europea, Banca centrale europea, Fondo Monetario Internazionale).
“L’accordo di salvataggio deve essere firmato, altrimenti ci troveremo fuori dai mercati e fuori dall’euro”, ha detto Pantelis Kapsis al microfono di Skai TV. Le trattative con la troika sembrano particolarmente difficili. Atene ha iniziato una corsa contro il tempo per cercare di raggiungere un accordo con l’Unione europea (UE), il Fondo monetario internazionale (FMI) e i suoi creditori privati sui termini e le modalità del piano presentato ai primi di dicembre, prima delle importanti scadenze sul suo debito. Il Ministero delle Finanze conta di ottenere il pagamento di circa 85 miliardi entro la fine di febbraio, soprattutto per compensare le necessità di finanziamento stimato, dai media greci, in circa 14 miliardi di dollari nel mese di marzo.
“Ci attende un lavoro enorme, e tutti devono essere all’altezza della situazione in quanto non è affatto scontato che il pericolo sia passato”, ha insistito Kapsis, il quale considera altrettanto difficili gli altri negoziati in cui è coinvolta la Grecia, questa volta con i suoi creditori privati, per l’eliminazione di una parte del debito esistente.
Un nuova iniezione di 130 miliardi di euro, come previsto dal piano elaborato dalaa zona euro, che probabilmente si tradurrà in un ulteriore inasprimento delle misure di austerità, fià adottate dal paese quale contropartita dei prestiti accordati dal Maggio 2010. Mettendo in guardia contro il rischio di un “default disordinato” e di una uscita dall’euro, il primo ministro, Lucas Papademos, aveva sottolineato la sua determinazione ad agire e ad adottare tutte le misure necessarie.
Ma l’ex banchiere centrale, nominato a novembre dopo la cacciata del suo predecessore, il socialista George Papandreou, ha molto da fare per mettere d’accordo i tre partiti, socialista, conservatore ed estrema destra, che sostengono il suo esecutivo. In primavera dovrebbero essere organizzate le elezioni anticipate, una volta assicurata l’attuazione del piano della zona euro.
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