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Grecia rimandata a ottobre

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 Il primo ministro greco Antonis Samaras si prepara ad incontrare i leader della zona euro con l’obiettivo di chiedere più tempo per completare le riforme concordate nel quadro di un piano di salvataggio modificato all’inizio di quest’anno. La Grecia otterrà ciò che vuole? La zona euro saprà impedire il contagio  in caso di una uscita del paese da Eurolandia? L’incertezza sembra prevalere.  La zona euro vuole prendere tempo, ma Atene sembra chiederne di più. Ancora indeciso sul futuro della Grecia nella zona euro, il capo dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker preferisce rimanere cauto, almeno per ora. La decisione in merito al pagamento di una nuova tranche di 31,5 miliardi di euro alla Grecia, da parte dei suoi creditori internazionali, potrebbe giungere non prima di ottobre. E non prima che la troika, la squadra composta dal Fondo monetario internazionale, dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea, avrà espresso il proprio verdetto.

Antonis Samaras si augura che la Grecia possa ottenere più tempo per poter attuare le necessarie riforme e permettere al paese di tornare a crescere. La Grecia sta infatti attraversando il suo quinto anno consecutivo di recessione, in un contesto politico e sociale deteriorato, soprattutto a causa delle severe misure di austerità attuate per rispettare il piano di contributi concessi a marzo.

“Voglio essere molto chiaro: non stiamo chiedendo più soldi”, ha dichiarato  Antonis Samaras. “Ciò che vogliamo è una boccata d’aria fresca per permettere all’economia di funzionare e per aumentare le entrate dello Stato. Più tempo non significa necessariamente più soldi”. Antonis Samaras auspica una proroga di due anni per il raggiungimento degli obiettivi, e tornare al pareggio di bilancio (entro il 2016  e non più entro il 2014 come precedentemente stabilito) .

Da parte sua, Antonis Samaras si proclama ottimista sul fatto che la Grecia possa continuare sulla strada delle riforme. “Presto avremo un servizio pubblico più ridotto, più sano e più efficiente”, ha annunciato il premier.

In sostanza, i tagli che la Grecia si appresta a realizzare prevedono una riduzione dei costi delle pensioni, delle prestazioni sociali, degli stipendi del settore pubblico e dei costi del sistema sanitario.

Ma per il cancelliere tedesco Angela Merkel, la risposta è, almeno per ora e sino al rapporto della troika , un nein. La Germania rigetta ogni rinegoziazione del piano di aiuti e si limita a ripetere che ogni decisione sarà presa dopo la  pubblicazione della relazione degli esperti, attesa nel mese di settembre, con cui si conoscerà il verdetto sui progressi compiuti dalla Grecia in materia di riforme.

Senza soldi, il governo greco potrebbe trovarsi presto in default, sinonimo di una uscita dalla zona euro. Il caso greco è un tema particolarmente caldo per la Merkel, che vuole evitare un nuovo voto da parte del Bundestag in materia.