Il Financial Times di ieri dava rilevanza alla tendenza da parte dei risparmiatori greci di convertire il loro denaro in monete d’oro, un bene prezioso e “apprezzato” dal mercato oggi più che mai. “Preferisco tenerli sotto il materasso come faceva mia nonna”, ha detto uno di loro. In questo stato dell’economia greca il passo fatale della corsa agli sportelli è vicino, soprattutto dal momento che l’opposizione in Parlamento promette ostruzionismo sul piano di austerity. Eppure la tendenza greca è più comune di quel che si pensa. Poco meno di un mese fa in Utah è passata una legge per consentire ai cittadini di pagare i propri debiti con oro e argento (al valore corrente) piuttosto che in dollari. “E’ un passo avanti nella giusta direzione”, ha detto Lowel Nelson, libertario e coordinatore della Campagna per la Libertà in Utah. Una legge in realtà ispirata dai principi del Tea Party perché è di questa compagine politica l’idea di un ritorno totale al Gold Standard nella convinzione che le politiche obamiane di spesa porteranno il dollaro al collasso (che secondo gli analisti di Goldman non sarà più la principale valuta a partire dal 2025). Questa sfiducia nelle monete dove ci porta?