Il prodotto interno lordo (PIL) della Grecia ha registrato una contrazione del 6,2% su base annua nel secondo trimestre a causa, soprattutto, delle draconiane politiche di austerità imposte al paese. Il compito del governo greco, che cerca di convincere i partner europei e i creditori internazionali della propria buona volontà, si fa sempre più difficile.In Grecia, che ha vissuto il suo quinto anno consecutivo di recessione, il fenomeno della disoccupazione, è ormai una piaga sociale: quasi un greco su quattro è senza lavoro. Si è toccato il livello record del 23,1% mentre il dato si impenna al 55% nella fascia di popolazione compresa tra i 15-24 anni. E la situazione non dovrebbe migliorare a breve termine.
Per raccogliere gli 11,5 miliardi richiesti dalla “troika” dei creditori internazionali, la squadra formata da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo Monetario Internazionale, Atene intende rilanciare un programma che potrebbe tradursi nella eliminazione di 40.000 posti di lavoro nel settore pubblico .
Senza questi nuovi tagli, il disavanzo primario rischierebbe di tornare a crescere, portandosi all’1% del PIL nel 2014, lontano dal surplus del 4,5% che Atene dovrebbe raggiungere per stabilizzare il proprio debito.
Elstat non ha fornito cifre dettagliate sulle varie componenti dell’attività economica nel secondo trimestre, – consumi, investimenti, esportazioni e importazioni – né ha spiegato l’evoluzione del PIL, da un trimestre all’altro. Ma l’ampiezza della contrazione nella prima metà dell’anno era attesa.
La ripresa di un’economia trainata dai consumi interni è limitata dalla austerità fiscale imposta al paese, strangolato dalla montagna di debiti, dai suoi finanziatori (UE, BCE e FMI) e ostacolato dal ritardo nell’implementazione delle necessarie riforme strutturali.
Il momento è cruciale. A settembre, gli ispettori della “troika” renderanno note le proprie valutazioni sul rilascio di una nuova tranche del piano di salvataggio da 130 miliardi di euro, concordato ad Atene. L’impopolare giro di vite è tuttavia un prerequisito per il versamento di questa nuova fetta di aiuti (30 miliardi di euro) fondamentali per un paese sull’orlo del fallimento. La possibilità di un’uscita della Grecia dall’area dell’euro non è mai stata così alta. La fine del tunnel sembra un lungo cammino in salita.
Ad ogni modo, anche i partner più forti non sembrano passarsela troppo bene: ecco come quali sono gli effetti crisi Europa sulla Germania.