L’Unione europea non è coordinata. Questa la critica di George Papandreou, il primo ministro greco, all’indomani della riunione dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Al centro del vertice il salvataggio della Grecia, paese ad alto rischio fallimento (come dimostra lo spread dei titoli di Atene nei confronti dei bund tedeschi). Dalla riunione è uscito un proposito di aiuto più che un concreto sostegno finanziario, come precisato dal neopresidente del Consiglio dell’Unione Herman Van Rompuy è stato <un accordo politico>. In realtà, un accordo a metà. Secondo quanto rivela il quotidiano inglese The Guardian, che cita fonti interne all’Ue, il cancelliere tedesco Angela Merkel si era opposto all’ipotesi di un immediato aiuto finanziario. Anche se la Germania è il paese più esposto nei confronti di Atene, insieme alla Francia (detengono nel complesso il 39% del debito), è chiara l’intenzione di non muovere il primo passo.
In sostanza, l’Unione non ha superato brillantemente la prova di coesione cui era chiamata. Fughe in avanti ed affondi tra Stati membri non spegneranno le polemiche.
Aiutare la Grecia? Otmar Issing, Presidente del Centro di Studi Finanziari analizza il caso
http://www.ilmediterraneo.it/it/news/economia-e-finanza/aiutare-o-no-la-grecia-0002801
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