Secondo quanto affermato dall’Ocse, l’Organizzazione per il commercio e lo sviluppo economico – il patrimonio complessivo delle banche europee sarebbe privo di almeno 400 miliardi di euro necessari per reintegrare quanto “ideale”. A sorpresa, giunge però un giudizio positivo sulle banche italiane e spagnole, che avrebbero già fatto quanto richiesto: a mancare sarebbero quindi i contributi provenienti dagli istituti di credito di Francia e Spagna, per i quali servono iniezioni di capitale pari al 7,5 per cento e al 5,5 per cento del Pil nazionale.
Insomma, in altri termini, e per dirla come riportato dal quotidiano La Repubblica nella sua edizione online, “secondo l‘Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo, anche dopo i test dell’Eba – l’Autorità bancaria europea, con sede a Londra, che ha imposto cuscinetti temporanei di patrimonio alle maggiori banche europee per fronteggiare la crisi – i principali gruppi restano sottocapitalizzati per complessivi 400 miliardi di euro circa. Tuttavia il problema riguarda soprattutto banche di Paesi come Francia e Germania, anziché quelle di Paesi in difficoltà, come Italia e Spagna. Il rapporto dell’Ocse auspica più alti livelli di capitale per riattivare i canali del credito a favore di imprese e privati (congelati e in calo da almeno un anno) e per fornire sostegno all’economia (specie in forma di acquisto di titoli sovrani, come auspicato dalla stessa Banca centrale europea che un anno fa ha prestato 1.000 miliardi per tre anni al tasso agevolato dell’1% alle principali vigilate)” (vedi anche Previsioni Pil Germania).
Tornando ai termini complessivi, l’Ocse indica in 4,25 punti percentuali del Pil dell’Eurozona il deficit patrimoniale delle banche: un invito a ripatrimonializzare il prima possibile, al fine di evitare il verificarsi di eventi critici nel settore, come quelli già visti negli ultimi anni