Il Giappone si trova costretto a fare i conti con una pressione deflazionistica montante e investimenti industriali in stallo. E’ la peggior recessione dalla II Guerra mondiale per la seconda potenza economica del pianeta.
Come diffuso oggi dalla Bank of Japan i prezzi all’ingrosso hanno toccato il record negativo, registrando il più forte calo negli ultimi 22 anni, col dato di aprile in discesa del 3,8 per cento su base annua. Per gli analisti è stata una sorpresa, si attendevano un calo del 3% in media ma si sono trovati di fronte al quarto ribasso mensile: la cifra peggiore dal 1987.
I beni che hanno visto il maggior deprezzamento sono elettricità, acciaio, plastica e prodotti elettronici mentre il petrolio continua a salire: ieri il greggio asiatico ha sfiorato i 60 dollari al barile.
Dalla parte delle aziende si registra estrema prudenza negli investimenti e nella spesa in conto capitale. Secondo i dati diffusi oggi dl Governo di Tokio in marzo gli ordini di macchinari sono diminuiti del 1,3 rispetto al mese precedente, con un ammontare di 727,9 miliardi di yen. E’ la prima diminuzione da due mesi, sintomo dell’estrema cautela degli imprenditori che preferiscono non forzare i programmi produttivi.
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