Sarà una task force del G7 a mettere fine alla guerra dei cambi? Per ora non possiamo saperlo: dopo l’incontro dei ministri economici dei 7 paesi industrializzati (Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti) non è stato rilasciato alcun documento finale. Sappiamo solo che il consiglio ha di fatto anticipato il G20 dei ministri dell’economia in corso oggi Gyeongju in preparazione del G20 vero e proprio a Seul (Sud Corea) il mese prossimo. La tensione sul mercato dei cambi non è una questione risolta nonostante gli incontri del Fmi, Banca Mondiale e summit congiunti tra Fmi e Banca centrale cinese. Però tutto torna. E’ possibile che i mille viaggi dell’establishment economico mondiale dall’Asia agli Stati Uniti siano serviti per apparecchiare la tavola per la tanto sospirata “pax valutaria”. In agenda però ci sono anche altri argomenti da affrontare come la regolamentazione del mercato dei derivati (affollato ma senza regole) e la discussione sull’impatto dei criteri di patrimonializzazione di Basilea III. Nei mesi scorsi su questo punto c’erano evidenti discrepanze tra l’opinione del Financial Stability Board, guidato da Mario Draghi, anche governatore della Banca d’Italia, e le grandi industrie finanziarie. Il Fsb valutava impatti ridotti sulla crescita economica, i banchieri invece – guarda caso – avevano messo in conto una potenziale catastrofe. Staremo a vedere.
(Foto: “money explosion” — Image by © Imagezoo/Images.com/Corbis)