Quella appena trascorsa è una settimana “già vista”. Infatti, non sono mancate le fughe in avanti sull’uscita dalla crisi come due mesi fa. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha azzardato un “la recessione è finita”, dichiarazione da lui stesso smorzata nei toni qualche giorno più tardi. Alla conferenza di venerdì dalla Casa Bianca, Obama ha precisato che “ci vorranno ancora parecchimesi” prima che la situazione si normalizzi, ma che nonostante tutto i dati sul Pil, migliori del previsto, sono un “buon segno”. “La storia ci insegna – ha detto Obama – che finché non c’è lavoro non si può parlare di vera ripresa”. Questo è il punto.
I rally dei mercati finanziari, destinati a continuare – secondo gli analisti – durante tutta l’estate, non significano che la situazione economica sia migliorata.
Anche la Fed con il Beige Book ha cercato di diffondere un cauto ottimismo, dopo l’euforia di qualche mese fa. E le voci su un nuovo piano di stimoli e una politica monetaria “accomodante” (in caso fosse possibile) si fanno sempre più insistenti.
Veniamo a questa settimana e diamo uno sguardo i dati macro. Saranno 7 giorni a “senso unico” su aziende produzione. A breve verranno pubblicati i dati sul Pmi manifatturiero di Italia, Germania, Francia, Uk, Europa e Stati Uniti (Ism manifatturiero ore 16:00).
Nel pomeriggio di domani dagli Stati Uniti verrà diffuso il deflatore consumi anno su anno. Mercoledì, giornata dedicata al Pmi servizi dei più importanti paesi Ue. In serata, la stima sui nuovi occupati Adp Usa. Giovedì alle 10:00 verrà diffuso l’importante dato sulla produzione industriale in Italia, attesa in calo del 19% anno su anno. Venerdì sapremo la stima preliminare sul Pil italiano trimestrale. Infine, da seguire alle 14:30 il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti: previsto al 9,6%.