L’effetto combinato degli annunci della Bce e delle vendite di dollari nell’ultimo periodo stanno dando forza all’euro nonostante la crisi del debito sia ancora irrisolta. Oggi il Financial Times si chiedeva come intervenire per il prossimo paesi in lista per il salvataggio europeo: la Spagna (dopo il Portogallo). Da osservare adesso, più che l’euro, c’è il dollaro. I tassi decisi dalla Fed rimarranno bassi ancora per un anno, o poco meno, visto che la situazione economica degli Stati Uniti rimane negativa e incerta anche a fronte del braccio di ferro tra l’Amministrazione Obama e i repubblicani per alzare il tetto del debito pubblico che è possibile accumulare. Gli investitori rimangono dunque cauti, dicono gli esperti, con l’obiettivo di avere maggiori ritorni grazie a rialzi futuri. Veniamo ora ai dati macroeconomici della settimana. Martedì da monitorare l’inflazione in Germania, attesa al 2,1 per cento, e successivamente nella mattinata l’indice Zew di aprile. Sono attese anche dichiarazioni da Juergen Stark (Bce) e da William Dudley (Fed di New York). Giovedì la Bce pubblicherà il bollettino economico di aprile mentre venerdì la Banca d’Italia rilascerà il proprio. Sempre venerdì l’inflazione core di marzo negli Usa seguita dalla fiducia dei consumatori.