La settimana della verità per la Bce. Un aumento dei tassi rimane un’ipotesi concreta sul tavolo ma i nodi stanno per venire al pettine. Quando giovedì 7 la Bce aumenterà i tassi d’interesse di 25 pb per arrivare a un saggio dell’1,25 per cento i paesi periferici non staranno a guardare. L’Irlanda ha già dimostrato abbastanza l’imbarazzo derivante da un aumento del costo del denaro. E inoltre, guardando alla motivazione della mossa di Francoforte (leggere Germania) non è nemmeno detto che sia scelta simile, nei tempi e nei modi, faccia del tutto piacere a Berlino. Infatti, fosse per la Bundesbank (banca centrale tedesca), la stretta monetaria sarebbe arrivata molto prima e sarebbe stata ben più consistente, vista l’inflazione al 2,6 per cento. Guardando alle altre banche in odore di stretta non si può escludere la Bank of England, tant’è che è possibile immaginare – senza azzardo – che indicazioni in tal senso verranno pubblicate questa settimana nella minute dell’ultimo incontro. Serviranno comunque maggiori indicazioni in merito perché questa decisione diventi realtà: serve una crescita solida per farlo. Anche la Bank of Japan si riunirà questa settimana, ma non c’è da aspettarsi niente di che sul fronte dei tassi, adesso è ancora emergenza.