L’euro avrà ancora bisogno di dati positivi dall’economia reale per non scivolare contro il dollaro, dicono gli analisti, e questo nonostante le speculazioni sul futuro della banca centrale europea (Bce), senza il tedesco Axel eber che si è appena ritirato dalla corsa annunciando anche le dimissioni dall’istituto centrale tedesco, la Bundesbank. Il tempo c’è. A novembre l’attuale leader Jean-Claude Trichet dovrà lasciare l’incarico e per quel giorno l’importante per i mercati l’importante che l’alternativa sia chiara. A livello internazionale, sotto questo punto di vista, le quotazioni di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, sono in ascesa perché sostenuto anche dal Financial Times. Il quotidiano britannico lo considera “adatto” a guidare la Bce. Draghi ha ricevuto anche pubblico sostegno dal ministro italiano dell’Economia Giulio Tremonti (anche se non in pompa magna come molti avrebbero voluto). Sul fronte macroeconomico la settimana è ricca di importanti spunti. Martedì, da Berlino, verrà pubblicato lo Zew sulla fiducia degli investitori tedeschi. Lo stesso giorno il Pil dell’economia Europea e il Cpi (consumer price index) inglese. Mercoledì, sempre da Londra, il report della Bank of England e le ultime statistiche relative a gennaio sulla richiesta di posti di lavoro. Giovedì da non sottovalutare l’indice dei prezzi al consumo in Usa.
[…] il migliore sotto tutti gli aspetti, e non solo per competenza, anche per doti diplomatiche, per guidare l’istituto centrale europeo. Il titolo dell’editoriale è tutto un programma: “The Italian’s job”, […]
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