Inizia una nuova settimana forex. Le decisioni adottate dai leader dei 27, riunitisi a Bruxelles in occasione del vertice Ue, rappresentano “un risultato molto buono per l’eurozona“. Così ha commentato il presidente della BCE Mario Draghi, all’indomani del summit. “E’ la base per un patto di bilancio con più disciplina nelle politiche economiche dei Paesi membri e certamente sarà utile nell’attuale situazione”, ha continuato Draghi.
Durante la settimana appena archiviata, i riflettori sono rimasti puntati sui leader UE, impegnati in una maratona per trovare un accordo sulle modifiche da apportare ai Trattati. Sembra che un’intesa a 27 sia irrimediabilmente sfumata, dopo il “no” della Gran Bretagna, che ha posto il proprio veto. La posizione assunta da Londra rischia di isolare il Paese, e di compromettere ulteriormente i già difficili rapporti con i partner continentali.
Dalle agenzie di rating è giunto un nuovo monito. L’agenzia Standard & Poor’s ha posto sotto osservazione negativa il rating di 15 dei 17 paesi dell’eurozona, fra cui Francia e Germania. Moody’s ha invece tagliato il rating di tre banche francesi, Societe Generale, Bnp Paribas e Credit Agricole. L’EBA, l’Autorità Bancaria Europa, ha reso noto che il fabbisogno aggiuntivo di capitali delle banche italiane ammonta a 15,4 mld di euro.
La BCE ha infine tagliato i tassi di riferimento, portati all’1%, annullando di fatto i due precedenti aumenti di Trichet. Draghi ha inoltre annunciato due operazioni di rifinanziamento a 36 mesi per importi illimitati, ed escluso che l’Eurotower si impegnerà ad acquistare in misura massiccia i titoli di Stato dei Paesi maggiormente indebitati. No anche all’ipotesi di finanziare gli stati europei a rischio via Fondo monetario internazionale (FMI), ovvero erogando prestiti a quest’ultimo perché possa intervenire a sostegno dei paesi in difficoltà (operazione che la BCE non può fare direttamente).
Questi i principali market mover della settimana dal 12 al 16 dicembre:
Lunedì 12 dicembre l’ Australia rende nota la propria Bilancia commerciale mentre la Svizzera diffonde i dati sul Livello di occupazione.
Martedì 13 dicembre, Francia e Regno Unito pubblicano il dato relativo all’Indice dei prezzi al consumo, che misura i cambiamenti nei prezzi di beni e servizi dal punto di vista del consumatore. Si tratta di uno strumento chiave per misurare in cambiamenti nelle tendenze di acquisto e l’inflazione. Il Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung (ZEW) rilascia il Clima di fiducia ZEW, il sentiment degli investitori istituzionali tedeschi. Si tratta di un indicatore chiave delle condizioni commerciali. Gli Stati Uniti rendono noti i dati delle Vendite al dettaglio e l’Indice legato alle Business Inventories, un indicatore che misura il cambiamento nel valore dei beni invenduti presso produttori, grossisti e rivenditori. I riflettori si accendono sulla FED. Attese per oggi le dichiarazioni del Comitato Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve, che comunicherà la decisione sui tassi d’interesse a breve termine.
Mercoledì 14 dicembre il National Statistics della Gran Bretagna rende noti i dati in materia di disoccupazione, mentre l’Eurostat diffonde l’Indice della produzione industriale, un indicatore che misura il cambiamento nella produzione totale delle fabbriche, delle aziende e degli erogatori di servizi pubblici in zona euro. Il Department of Labor degli Stati Uniti pubblica l’indice statunitense relativo ai prezzi delle importazioni, che misura le variazioni nei prezzi dei prodotti importati negli USA.
Giovedì 15 dicembre, la Svizzera rilascia l’Indice della produzione industriale, mentre la Banca Nazionale Svizzera (BNS) annuncia i tassi d’interesse a breve termine. La decisione sul livello al quale fissare i tassi d’interesse dipende sostanzialmente dalle prospettive di crescita e dall’inflazione. In mattinata è rilasciato il report della BCE (Banca Centrale Europea), pubblicato mensilmente, 7 giorni dopo l’annuncio della decisione sui tassi di interesse. Il bollettino della BCE fornisce informazioni sugli interessi praticati dai mercati monetari, sulle prospettive di crescita, sulle tendenze al risparmio e su diverse tematiche economiche. L’Eurostat rende noti l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e il dato sulla Variazione del livello di occupazione (trimestrale). Gli Stati Uniti rilasciano importanti indicatori economici: le richieste di disoccupazione continua, l’Indice Empire State Manufacturing di New York -che misura la salute dell’economia del settore manifatturiero attraverso una indagine su circa 200 imprese manifatturiere dello stato di New York – , le Richieste di sussidi di disoccupazione, l’Indice dei prezzi di produzione, il Philadelphia Fed Manufacturing Index – che determina lo stato di salute economico del settore manifatturiero nella regione di Filadelfia -, l’indice delle Partite Correnti – che misura la differenza di valore tra i beni e i servizi esportati e il pagamento degli interessi (esportazioni meno importazioni) – e il dato sull’Immagazzinamento di gas naturale.
La settimana si chiude Venerdì 16 dicembre con l’Indice della bilancia commerciale della zona euro e l’Indice dei prezzi al consumo, rilasciato dall’U.S Bureau of Labor Statistics – Department of Labor.
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