Chiuso il vertice tra Cina e Stati Uniti restano i dubbi sulla guidance per la ripresa mondiale e gli accordi climatici. I due paesi non hanno raggiunto alcun accordo di fatto in merito alle emissioni e la politica monetaria. Le prove di G2, insomma, non hanno dato i frutti sperati. E i leader mondiali si chiedono se l’asse Usa-Cina sia sostenibile, non tanto perché si vede la necessità di un vertice allargato ma perché nei rapporti tra due tra le più grandi potenze mondiali non è prevista la partecipazione europea.
A questo si aggiungono elementi d’incertezza sull’operatività delle banche centrali. Se diamo per buone le stime dell’Ocse, la ripresa arriverà nel 2011. Un anno particolare per la banca centrale europea, visto che Jean-Claude Trichet, attuale presidente, dovrà lasciare l’incarico. Per la Fed, invece, già da ora si prevedono tempi difficili. L’emendamento presentato al Senato da Ron Paul mette in scacco la banca centrale americana e ne vincola le scelte al dibattito politico. Per il 2011 c’è il rischio che la reattività della Fed venga messa in pericolo dall’ingerenza politica.
Veniamo ora ai dati macro. Da seguire il Pil tedesco nella mattinata di martedì, subito seguito dall’indice Ifo. Prodotto interno lordo in arrivo anche dagli Stati Uniti, mezz’ora prima della pubblicazione dell’indice Case-Shiller (15:00). Sempre martedì puntate la sveglia alle 20:00, quando verrà pubblicata la minute del Fomc, il braccio monetario della Federal reserve.
Mercoledì tocca alla Gran Bretagna pubblicare il dato sul Pil. Poi dagli Usa consueti sussidi di disoccupazione, indice Michigan e scorte di petrolio DoE. Giovedì il mercato americano resterà chiuso per il giorno del Ringraziamento. Dall’Europa si attende la massa monetaria M3 di ottobre. Dato importante di fine settimana il tasso di disoccupazione in Giappone previsto al 5,4%