Settimana ricca di dati macroeconomici dagli Stati Uniti. Si comincia con la bilancia commerciale, le vendite al dettaglio, il Beige Book, per continuare con l’indice manifatturiero Empire state e chiudere con l’indice Michigan sulla fiducia dei consumatori.
La prova per l’euro coincide ancora con le sorti della Grecia, che al momento non ha intenzione di approffittare dell’eurosalvagente lanciato dai paesi dell’eurozona con un tasso agevolato sul prestito: 5% contro il 7% richiesto dal mercato. Il taglio del rating da parte di Fitch non ha influito, l’idea che la Grecia abbia già un piede nella fossa sembra una delle ipotesi più probabili per spiegare il comportamento degli investitori. Attenzione, invece, a quanto uscirà dal vertice bilaterale tra Usa e Cina in occasione della riunione dei capi di stato e di governo sulla proliferazione nucleare. Washington sarà la sede in cui Barack Obama e Hu Jintao non potranno esimersi dal discutere di politica monetaria e apprezzamento (o meno) dello Yuan. Se ne saprà di più già martedi mattina. Da seguire, anche viste le ripercussioni politiche – l’ran si pone come il principale fornitore di Greggio della Cina -, l’andamento del petrolio, la settimana scorsa poco sopra gli 85 dollari al barile ma in calo all’inzio di questa settimana.
