Quando si pensa all’euro ed al suo attuale andamento nel mercato valutario quel che è facile notare, anche per chi di Forex capisce poco e nulla, è che contro una risalita del valore di questo conio remano contro più fattori spesso ingestibili.
Basti pensare alla crisi commerciale tra gli Stati Uniti e Pechino ed in generale ai dazi del presidente americano: non si parla di una realtà “altra” ma di quella con la quale la nostra moneta unica e le imprese sono chiamate ad avere a che fare. Le tassazioni ed il protezionismo di Donald Trump hanno effetto sulla spesa generale che si dovrà affrontare per alcuni beni e conseguentemente proprio a causa dell’andamento generale economico dell’Eurozona è certo che, a meno di prese di posizioni di un certo tipo, il conio europeo soffrirà della situazione.
Gettando uno sguardo a quella che è la politica economica del nostro continente è stato possibile notare come nelle ultime settimane l’euro sia crollato per via dell’annuncio della fine del quantitative easing e si sia in parte ripreso quando il presidente della BCE Mario Draghi ha comunque garantito che per ciò che riguarda il rialzo dei tassi di interessi vi sarà pazienza nel determinare le tempistiche.
Non è assurdo pensare che anche il minimo cambiamento geoeconomico sia in grado di influire in modo sostanziale sull’andamento delle monete nel mercato del Forex ed ovviamente l’euro non fa eccezione. Stupisce data l’attuale situazione che gli acquisti rifugio nel settore siano rivolti allo yen in questo momento? No, non proprio.