Il Fondo Monetario Internazionale dichiara che le banche europee saranno pressochè costrette a vendere circa 3,8 trilioni di dollari di propri asset entro la fine del 2013, dando altresì seguito a ulteriori ristrettezze creditizie se i governi locali si dimostreranno incapaci di assumere immediati provvedimenti per impedire l’esplosione e l’allargamento della crisi del debito sovrano, con la predisposizione adeguata di un corposo firewall.
In uno studio che ha coinvolto 58 banche (tra cui le big BNP Paribas e la Deutsche Bank), il Fondo Monetario Internazionale si è infatti detto che anche nel corso dei prossimi trimestri sussisteranno degli elementi congiunturali molto difficili, che genereranno una corsa alla vendita delle attività da parte delle banche, anche finalizzata al sostegno di un processo di ripatrimonializzazione che possa rassicurare i mercati finanziari.
Parlando del futuro dell’euroregione a 17 Paesi, il Fondo Monetario ha ricordato come la crescita economica sarà inferiore rispetto a quanto in precedenza previsto.
Tornando a parlare delle banche indagate dallo studio dell’organizzazione internazionale, il FMI ha ricordato come nel campione sia stato riscontro un taglio di quasi 580 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre del 2011. Il Fondo ha altresì aggiunto che al fine di evitare un acuirsi della crisi del credito, è pressochè necessario che i governi, nel brevissimo termine, completino ed estendano le misure di rassicurazione degli investitori, come la riduzione dei deficit di bilancio e il supporto alla domanda locale e internazionale, la ristrutturazione delle banche e le iniezioni di capitali in esse.
Il Fondo Monetario Internazionale auspica infine una maggiore integrazione tra i Paesi membri, strada obbligata per poter realizzare una effettiva e sostanziale unione monetaria.
L’organizzazione ha infine espresso preoccupazione circa il deterioramento dei bilanci pubblici di alcune economie del vecchio Continente, come ad esempio quella spagnola.
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