Le discussioni a Washington sono dominate dal caso greco. Oggi sono in corso le riunioni di Fmi e Banca Mondiale. Atene, però, non è il solo argomento. In un’altra sala ci si chiede anche se il prezzo del petrolio tra i 70 e gli 80 dollari, il livello che si rileva da inizio anno, sia sostenibile. Dopo la fiammata di primavera che ha spinto il barile a 86 dollari è questa la domanda che si pongono al di là dell’Oceano. Mohammad Alipour-Jeddi, capo dell’ufficio studi dell’Opec, ha spiegato che “i principali fattori che hanno messo un tetto ai prezzi del greggio sono stati una ripresa economica inferiore alle previsioni, debiti crescenti, una crescita della domanda sotto le attese, le politiche energetiche dei Paesi consumatori, un eccesso di scorte di greggio e una capacità inutilizzata più alta sia nei settori dell’upstream che del downstream”. Inoltre, spiega, la domanda globale ha rallentato il declino negli ultimi due anni e nel 2010 si pensa che aumenterà al ritmo di 0,9 barili al giorno. Decisamente sotto la media pre-recessione.
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