La scelta di Christine Lagarde come direttore generale del Fondo monetario internazionale non fuga le perplessità in merito a un processo di riforma necessario e diretto verso una maggiore inclusione dei paesi emergenti nel fondo. La scelta di un capo europeo, dopo varie e sgradevoli polemiche dei mesi scorsi, pone ancora dubbi sull’effettiva capacità del Fondo di adattarsi ai nuovi equilibri globali. La proposta di revisione delle quote lanciata dal G20 e accolta dal Fmi ma non ancora approvata dai paesi membri sviluppa i principi della precedente nel binario di un aumento delle quote e dei diritti di voto dei paesi emergenti e in particolari di quelli asiatici. Ma serve di più: una rivoluzione. In termini non futuristici, la Lagarde per dare credito alla sua figura di nuovo direttore generale, così come appariva nel suo tour mondiale a caccia di voti, dovrebbe innanzitutto dire che la prassi non scritta di avere un direttore europeo al Fondo, dopo di lei, è definitivamente conclusa.
[…] e in particolari di quelli asiatici. Ma serve di più: una rivoluzione. Continua a leggere: Fmi, il primo passo per Lagarde […]
Comments are closed.