Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, in sede di Parlamento europeo, ha difeso i conti e l’economia italiana affermando che nel nostro Paese sono stati avviati dei cambiamenti non reversibili, e che il nuovo governo dovrà proseguire lungo il percorso tracciato dall’attuale esecutivo. L’uscita dalla recessione, ha poi aggiunto Grilli, avverrà già entro la fine dell’anno, così come verrà regolarmente rispettato l’obiettivo del pareggio di bilancio.
Secondo il ministro, inoltre, “non ci sarà alcuna manovra perchè l’obiettivo è aggiustato per il ciclo”. In altri termini, prosegue il responsabile dell’Economia, anche “se ci fosse un peggioramento della congiuntura economica”, questo “non avrebbe peso sul nostro obiettivo di pareggio”. Di seguito, Grilli ha poi voluto precisare come “quando si ha un bilancio in pareggio in termini strutturali non si deve appesantire l’economia con altre manovre”. In merito, il ministro ha ribadito che il pareggio si raggiungerà entro l’anno, con un avanzo del 3 per cento del Pil destinato a salire al 5 per cento nel 2015 (vedi anche Rischio recessione Germania).
La ripresa economica, insomma, sarebbe già stata avviata: “La fase più profonda della recessione dovrebbe terminare nel primo trimestre” – ha affermato in proposito Grilli, mentre dopo si comincerà a vedere gradualmente la ripresa, comunque non oltre la seconda metà del 2013. La crescita avverrà prevalentemente grazie al traino dell’export e degli investimenti, e in virtù di “una vasta gamma di riforme strutturali come quella del lavoro, un pacchetto che secondo l’Ocse stimola la crescita di 4 punti nei prossimi dieci anni”.
Ad ogni modo, Grilli ricorda come “la strada non è terminata”, e chiude con un rammarico sul proprio governo: “Abbiamo dovuto ricorrere più di quanto non volessimo ad imposizioni fiscali”, per poi aggiungere come la pressione media fiscale debba calare. “Non è solo possibile ma auspicabile, faceva parte del nostro obiettivo e spero i prossimi governi lo perseguano”, ha poi concluso il ministro (vedi anche Nuovo giudizio Fitch sull’Italia).