Il dollaro australiano è cresciuto rispetto a quello americano grazie, in particolare, alla maggiore fiducia che è stata espressa dal presidente statunitense Barack Obama per quel che riguarda la risoluzione del problema del fiscal cliff: questo sentimento positivo ha consentito ai titoli azionari di rafforzarsi, così come è successo per la domanda di assets dal maggior rendimento. Anche due settimane fa si era vissuta una situazione simile, ma in quel caso furono le vendite al dettaglio a far volare il dollaro australiano.
Aussie ha quindi raggiunto il suo livello più alto degli ultimi sei mesi nei confronti dello yen, visto che la Banca del Giappone ha programmato per oggi e domani i meeting relativi ai nuovi stimoli monetari. Allo stesso tempo, il dollaro neozelandese (la settimana scorsa ci si chiedeva come indebolirlo) ha mantenuto il proprio rialzo, alla luce dei dati che sono stati messi in luce dall’industria dei servizi, la quale ha accelerato come non accadeva da almeno cinque anni. Le due divise oceaniane vengono acquistate proprio come assets di rischio, pertanto tendono ad essere correlate ai movimenti dei titoli azionari. Gli alti e appetibili ritorni economici, poi, sono in grado di fare tutto il resto.
Entrando maggiormente nel dettaglio delle ultime contrattazioni, c’è da dire che il dollaro australiano è aumentato di 0,3 punti percentuali, attestandosi a quota 1.0369 dollari presso la Borsa di Sydney; il rialzo rispetto allo yen è stato praticamente identico, con una quotazione complessiva di 84,31 yen per la precisione e dopo aver toccato anche gli 84,51 yen, ovvero un livello che non veniva registrato dallo scorso 27 aprile. L’incremento del Kiwi, invece, è stato pari allo 0,4%. Nell’intervento a Bangkok, in Thailandia, Obama ha confidato come si senta ottimista per quel che concerne la situazione fiscale americana, con il precipizio tributario che potrà comunque essere scansato soltanto con l’impegno contemporaneo dei Democratici e dei Repubblicani.