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Fed, ancora rialzi dei tassi d’interesse

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La Fed è pronta ad alzare nuovamente i tassi di interesse nella riunione di Febbraio. E almeno altri due passi di questo genere sono previsti entro la fine dell’anno.

Fed pronta a prolungare la stretta

Dovrebbe essere questa la linea seguita dal Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve. Sul breve termine il percorso sembra essere ormai disegnato. Nonostante la sempre più rilevante curiosità dei mercati che si chiedono quando effettivamente si fermerà la stretta.

A dicembre 2022 si pensava che il livello massimo da raggiungere fosse tra il 5-5,25%. Gli analisti sono ancora dubbiosi su quello che accadrà in futuro. E la ragione sta nel fatto che si sente e si può notare che qualcosa si sta muovendo nell’economia, ma ancora non si sa quale sarà la strada seguita per quel che concerne la politica monetaria.

Al momento vi sono delle scelte dettate dall’incertezza che alimentano quest’ultima. E che stanno portando la Fed a muoversi un passo alla volta basandosi sui dati. Parliamo di una stretta abbastanza lunga quella intrapresa dalla Federal Reserve. L’obiettivo è quello di raggiungere il 2% dell’inflazione nella maniera meno pericolosa possibile per l’economia.

I dati in mano alla Fed parlano della base monetaria e dell’offerta di moneta (M1) in calo, ma i segnali non sembrano andare tutti quanti verso un’unica direzione. L’indice Pce, quello di riferimento della Fed, è sceso durante tutto il quarto di Mestre 2022 tanto quanto l’indice core. Il punto, come sottolineano diversi analisti, è che la flessione potrebbe essere solo temporanea. E che più che l’andamento, per quel che concerne l’inflazione, sono le aspettative a contare di più sul brevissimo termine.

Indici non si comportano in modo univoco

Un dato rilevante per la Fed è il fatto che le condizioni finanziarie sembrano non avere intenzione di muoversi in maniera sincrona con la stretta attivata. L’indice della Fed di Chicago, che racchiude in sé più di 100 indicatori lungo la cinghia di trasmissione, è lontano dalla quota zero. Una posizione che sarebbe dovuta essere differente da quella attuale dopo una stretta così forte e veloce.

Riassunto in parole povere, è come se i mercati avessero ignorato gli aumenti dei tassi di interesse eseguiti. Al momento i mercati sono particolarmente in attesa dei dati relativi all’occupazione. Questi saranno resi noti proprio dopo la riunione di politica monetaria del comitato della Fed.

Cosa accadrà adesso? La definizione dell’inflazione futura dipenderà, insieme all’orientamento della Fed, molto dalle aspettative che si trasferiscono sui salari e sui prezzi e sull’andamento delle retribuzioni. Cioè la paura degli investitori è che la banca centrale possa rivedere il suo tasso terminale.