Scende il debito pubblico italiano. Una limatura rispetto al record di maggio (1.827 miliardi) pari a 1.821 miliardi di euro. Rallentano però le entrate fiscali. Secondo i dati diffusi da Eurostat inoltre l’Italia conferma un trend di crescita debole con un rialzo del Pil pari allo 0,4 per cento. A trainare l’economia dell’Eurozona è ancora una volta la locomotiva tedesca. Nel complesso la crescita nell’area della moneta unica è stata di un punto percentuale a confronto con i tre mesi precedenti, meglio delle attese. La sorpresa arriva però dal dato annuale della Germania schizzato al 3,7 per cento. Il rialzo più marcato (2,2 per cento) dai tempi della riunificazione, vent’anni fa. Dati in contrasto con quelli statunitensi, dove l’economia ha registrato una frenata e il mercato del lavoro stenta a riassorbire i disoccupati. Buona in Europa anche la ripresa del trio baltico che fino all’inverno scorso era considerato il fanalino di coda del Vecchio continente. Medaglia d’oro alla Lituania che ha segnato una crescita del 2,9 per cento. Bene anche l’Estonia (2 per cento) che si appresta a entrare nell’euro all’inizio dell’anno prossimo. Debole invece il terzo paese baltico, la Lettonia il cui prodotto interno lordo rimane sostanzialmente fermo. Ultima in Europa la Grecia che registra un calo del Pil dell’1,5 per cento nonostante il beneficio degli aiuti congiunti di Unione europea e Fondo monetario internazionale.
