Ci voleva un gruppo segreto per salvare l’euro? A quanto pare sì. Un’inchiesta del Wall Street Journal svela i retroscena di un lavoro sotterraneo ai vertici dell’Unione europea cominciato pochi mesi dopo il fallimento di Lehman Brothers. Alti funzionari di Francia, Germania, Ue, Bce ed Eurogruppo – del rango poco inferiore a quello di ministri – si sono dati appuntamento per anni a margine delle innumerevoli riunioni che si sono susseguite durante le fasi cruciali della crisi del debito per discutere mosse e strategie utili a salvare la moneta unica dal collasso. Assente solo l’Italia, il terzo paese più importante dell’Eurozona. I funzionari noti come “il gruppo che non esiste” hanno viaggiato per le capitali dei paesi di provenienza tenendo all’oscuro gli stessi governi. Il quotidiano spiega che dopo varie divergenze – in realtà note – tra Parigi e Berlino abbia vinto la linea tedesca. L’inchiesta del Wall Street Journal ricorda che a Febbraio “divenne ovvio che i 16 Paesi della zona euro avrebbero dovuto fare qualcosa per affrontare la crisi greca e la task force segreta di Germania, Francia e di burocrati europei aprì le sue porte anche agli altri Paesi membri con l’eccezione della Grecia“. Solo a marzo è arrivato l’accordo di massima per salvare la Grecia per poi entrare in azione in aprile con l’approvazione del fondo europeo. Uno schema d’intervento sotto forma di prestiti separati da paese a paese, come voleva la Germania.