La crescita dell’euro è un fattore che desta preoccupazione negli economisti e nella BCE: un conto è avere una moneta forte, altro è un “supereuro” da gestire. Ma in realtà, a livello pratico, cosa cambia per gli italiani?
Al momento non moltissimo sebbene qualcosa sia già riscontrabile. Di sicuro vi è un vantaggio che è già possibile riconoscere e sfruttare: viaggiare verso gli Stati Uniti è più conveniente. Con il cross euro-dollaro a 1,25, cambiando 100 euro se ne hanno 125: ecco che fare shopping e spendere soldi diventa più conveniente. Anche mettendo da parte un possibile tour negli USA è possibile riscontrate un miglioramento sostanziale nella vita di tutti i giorni. Parliamo di energia: paghiamo petrolio e benzina in dollari, una valuta verde più bassa è solo che conveniente da questo punto di vista.
Il problema è che più generalmente il supereuro danneggia le imprese: questo perché con l’aumento del valore dell’euro, esportare diventa sempre meno facile ed anche il comparto turistico ne risente. Perché? Venire in vacanza in zona non conviene. Mentre a godere particolarmente di un cross a vantaggio della moneta unica sono coloro che sono indebitati con un mutuo: la BCE infatti continua a tenere bassi i tassi, costringendo al rimanere sulla stessa linea anche le banche.
Ed il mercato azionario? Per chi investe è un problema questo euro molto forte. Il trend rialzista delle azioni è più debole e potrebbero esserci ripercussioni sugli utili delle aziende che potrebbero “rivalersi” sui consumatori. Non solo: le obbligazioni risultano meno redditizie. Insomma, un mix di bene e male che bisogna osservare con attenzione.