La giornata di ieri sul forex è stata caratterizzata da volumi molto bassi, complice la chiusura per festività sia della borsa di Londra sia di Wall Street (per il Memorial Day). Le due piazze finanziarie sono le più attive negli scambi valutari, per cui le oscillazioni sui cross più importanti sono state decisamente contenute. Lutz Karpowits, strategist senior per il mercato forex della banca d’affari tedesca Commerzbank, sottolinea che senza la pubblicazione dei dati macroeconomici è mancato il driver necessario per una maggiore direzionalità del mercato.
Il tasso di cambio euro/dollaro ha evidenziato un range di oscillazione di poco superiore ai 30 pip: un range così contenuto non lo si vedeva ormai da molti mesi. Il cross Eur/Usd non è riuscito a superare quota 1,2950, ma già a partire da oggi potrebbe esserci maggiore direzionalità. Gli esperti di Barclays si aspettano forti reazioni sui dati relativi alla fiducia dei consumatori negli Usa e al Pmi di Chicago di venerdì.
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Secondo gli specialisti della banca d’affari britannica, “con la Fed che è diventata dipendente dai dati, la pubblicazione di nuovi indicatori macro e i prossimi commenti dei funzionari dell’istituto centrale continueranno a essere il driver per il dollaro”. Il tasso di cambio euro/dollaro continua a muoversi in un trading range compreso tra area 1,30 e 1,28. La sensazione è che il superamento deciso di uno dei due livelli-tecnici possa innescare un movimento direzionale molto robusto nei prossimi giorni. Se il breakout dei prezzi avverrà al rialzo, il cambio potrebbe salire fino a 1,3050 prima e 1,3120 poi.
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Se, invece, il breakout dei prezzi dovesse avvenire al ribasso, ovvero sotto 1,28, il cambio dovrebbe allungare velocemente fino a 1,2745 e probabilmente spingersi anche verso l’area di supporto giornaliera posta a 1,2660, toccata per l’ultima volta a novembre scorso. Nel breve termine va monitorato il supporto di 1,29, sotto il quale i prezzi potrebbero iniziare ad approfondire il ribasso fino all’area di supporto di 1,2820 – 1,28.