Le crisi finanziarie ed economiche non sono tutte (e per tutti) uguali. Per i greci, la crisi della zona euro è un disastro che rischia di spingere il paese al collasso. Mentre per la Germania, la crisi è stata un affare. Con l’euro passato da $ 1.60 a $ 1.24 – un declino del 22% dall’inizio della crisi – le esportazioni tedesche si sono impennate, contestualmente ad un calo della disoccupazione.
C’è di più. La Germania paga tassi pari allo 0% sui prestiti a due anni mentre i rendimenti sui titoli con scadenze più brevi (da 3 a 6 mesi per esempio) sono negativi – l’Italia invece è costretta invece a concedere tassi vicino al 7% per i titoli a 10 anni. La salute dell’economia tedesca spiega la strategia di Berlino di “giocherellare” e temporeggiare, mentre il resto della zona euro sta bruciando. Proprio Mario Monti, nel corso dell’ultima intervista a Der Spiegel, aveva messo in evidenzia come lo spread, il differenziale di tasso tra Btp e Bund, non fosse sostenibile.I dati della Commissione europea mostrano che il deficit strutturale – che deriva dall’aumento delle tasse o dei tagli alla spesa – è stato ridotto drasticamente in Italia, più che altrove in Europa. Ma con i livelli dei tassi di interesse troppo alti, il paese avrà difficoltà a ridurre il proprio deficit. Questo differenziale di tasso non rende giustizia agli sforzi italiani che, di fatto, non possono portare i loro frutti.
Invece, persiste il differenziale di interesse tra Sud e Nord Europa. E ‘per questo motivo che Mario Monti ha sostenuto a lungo una forma di parziale mutualizzazione dei debiti. Egli ritiene che gli sforzi individuali non siano sufficienti. Questa situazione rischia di ritorcersi contro l’economia tedesca?
La Germania, infatti, è in grado di prendere in prestito a tassi negativi, o molto bassi, a causa di una fuga degli investitori dai paesi considerati più a rischio. In caso di ristrutturazione del debito nei paesi periferici o di depressione economica, sarà proprio la Germania a pagare il prezzo più caro. Questo fattore non è sfuggito all’ agenzia di rating Moody’s che ha rivisto a negativo l’outlook del paese.
Il cancelliere Angela Merkel sta dunque giocando col fuoco? Mentre i membri della zona euro, ad eccezione della Germania e di un paio di piccoli paesi del nord, stanno sprofondando, la loro capacità di assorbire le esportazioni tedesche tende progressivamente a indebolirsi. La Germania è meno esposta alle aree a più rapida crescita e l’Europa compra ancora il 70 per cento dei prodotti tedeschi.
Il rischio di caduta delle esportazioni del paese è solo uno dei motivi per cui la strategia della Germania potrebbe essere realmente considerata un azzardo. Una zona euro debole, è fortemente esposta agli attacchi speculativi – di cui già sono stati oggetto paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda (al punto che, incapaci di di finanziarsi, hanno dovuto cercare i salvataggi dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale). Ora sembra essere la volta della Spagna, i cui costi di finanziamento stanno raggiungendo livelli d’allarme, e dell’Italia, che si sta muovendo nella stessa direzione.
Il problema più grande sarebbe quello di un assalto alle banche. Una corsa agli sportelli degli istituti greci causerebbe sicuramente il panico nell’area meridionale della zona euro e potrebbe innescare un fenomeno simile in Italia, Spagna e Portogallo. Per la Germania questo significherebbe enormi passività bancarie nei paesi mediterranei.
Finora, la crisi della zona euro non si è tradotta in una crisi tedesca. Ma l’inflessibilità della Germania potrebbe facilmente arrecare un grave danno al paese.
L’economia tedesca, peraltro, sta dando segnali di rallentamento. Nel mese di giugno, le esportazioni e le importazioni sono diminuite più del previsto, indicando che le società tedesche stanno faticando a trovare mercati e che i loro livelli di attività si traducono in una riduzione degli acquisti all’estero. Ricordiamo che l’Europa meridionale è ancora un partner importante per la Germania. La produzione industriale è diminuita dello 0,9% su base mensile, più di quanto previsto dal consensus (-0,8%), mentre gli ordini industriali sono crollati dell’ 1,7%.
L’arrivo di Francois Hollande ha già portato a un rapporto più teso all’interno della coppia franco-tedesca. Mario Monti, a sua volta, ha apertamente criticato la Germania. La ratifica del Meccanismo europeo di stabilità è sospesa al voto della Corte di Karlsruhe, prevista a settembre (un’aberrazione quando si sa che questo fondo dovrebbe aiutare i paesi in difficoltà ed evitare una crisi più profonda).
Lo stesso Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, stima l’ EFSF (Fondo europeo di stabilità finanziaria, il primo fondo di salvataggio europeo) e il MES sono stati progettati per agire in fretta. In altri termini: è tempo di farli funzionare. Ora è il momento di agire per prevenire il contagio e per Angela Merkel di fare un passo indietro…prima che la sua testardaggine rischi di far deraglaire il treno, con la sua locomotiva.