Economia cinese in crisi o in fase di rallentamento? Nemmeno per sogno: a dispetto di quelle che erano le più pessimistiche e recenti previsioni, infatti, la fase di minore crescita cinese rispetto al passato è stata decisamente interrotta dalle ottime prestazioni conseguite nel mese di novembre, quando Pechino ha fatto registrare un incremento della produzione industriale del 10,1% su base annua, al livello più alto dal mese di marzo.
A ben vedere gli ultimi dati statistici, l’andamento rilevato in Cina nel corso dell’undicesimo mese dell’anno sarebbe il top dal mese di marzo, ed è certamente un miglioramento rispetto al +9,6% registrato in ottobre e al +8,9% di agosto, che corrispondeva al punto più basso degli ultimi tre anni. A supporto di tale dato macroeconomico giungono i dati relativi alla produzione di elettricità, che nel mese di novembre è cresciuta del 7,6% rispetto al 6,4% di ottobre.
Stando ai principali analisti, pertanto, l’economia cinese è in ferma ripresa, sebbene il ritmo dinamico non è così esplosivo come attendeva qualche economista. A giocare un ruolo favorevole per la spinta propulsiva della produzione del Paese asiatico è stata anche la banca centrale, che ha abbassato due volte i tassi di interesse di riferimento. L’inflazione è intanto salita al 2 per cento, rimanendo ampiamente sotto il limite del 4 per cento che era stato fissato dal governo per l’anno che si accinge a conclusione.
Per quanto infine concerne il ruolo delle istituzioni, è da segnalare una forte spinta nel settore degli investimenti nelle infrastrutture. Uno dei principali riguarda 25 nuove linee di metropolitana, per una spesa di circa 98 miliardi di euro. Il settore immobiliare, che tanto aveva fatto preoccupare negli ultimi trimestri, è invece migliorato del 16,7% nei primi 11 mesi dell’anno grazie all’incremento del credito concesso dalle banche alla clientela. Almeno in Cina, pertanto, il credit crunchsembra essere scongiurato (vedi anche Eximbank of China: lo yuan diventerà una divisa globale).
