Un Ecofin informale per discutere anche della crisi portoghese che costerà in aiuti 80 miliardi di euro (almeno secondo quanto chiesto da Lisbona). Il problema però non è solo economico, come accade in ogni caso europeo è la politica che ci finisce in mezzo. A scoprire le carte è il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker dal vertice che si tiene a Godollo in Ungheria: “La questione della crisi del Portogallo è più un problema politico che finanziario” per questo “dobbiamo assicurarci che gli impegni di risanamento del bilancio che saranno presi da Lisbona siano condivisi anche dall’opposizione”, ha detto Juncker. Infatti il governo portoghese ha ricevuto una sonora batosta per l’approvazione dell’ultimo piano di austerità affossato in Parlamento che ha costretto a indire nuove elezioni. Per quanto riguarda i prestiti finanziari bilaterali la questione rimane aperta, come ha fatto sapere Andres Borg, il ministro delle finanze svedese, aggiungendo che “è un processo lungo”. Infine gli investitori guardano alla Spagna, la prima a cadere da un eventuale fallimento del Portogallo e talmente grande da non poter essere salvata dopo l’effetto domino. Per questo il ministro delle Finanze di Madrid, Elena Salgado, mette le mani avanti: è fuori discussione che la Spagna chiederà aiuti. Un campanello d’allarme? Tra gli analisti la soluzione non pare comunque quella giusta: ristrutturare il debito degli insolventi non dev’essere una possibilità, ma la priorità.
[…] Ecofin, Portogallo: basta la liquidità?, pubblicato su FareForex il 08/04/2011 […]
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