Tutto è pronto, o quasi, per la prosecuzione in grande stile dei maxi acquisti di titoli di Stato nazionali da parte della Cina. Il Paese asiatico, che pure si è detto essere più interessato a investire direttamente nelle società maggiormente strategiche del Continente, piuttosto che correre in soccorso delle singole nazioni attraverso l’acquisto dei titoli di debito statali, non dovrebbe infatti far mancare il proprio supporto alla stabilizzazione della crisi europea.
Ad esserne convinti sono pressochè la maggioranza degli analisti, secondo i quali le parole di Wen Jiabao (che ha dichiarato che la Cina aiuterà i Paesi in crisi, i quali, tuttavia, dovrebbero prima “fare ordine tra le proprie cose”) sono da interpretarsi come una netta e univoca apertura di intenti nei confronti dei partner del vecchio Continente. Tuttavia, le dichiarazioni potrebbero anche essere interpretabili, come è probabile, come una sorta di ricerca di un controbilanciamento tra domanda e offerta. In altri termini, è probabile che la Cina richieda, sostanzialmente, maggiori aperture nei propri confronti, e iniziative serie e strutturali nei confronti di una riduzione del deficit di bilancio nazionali.
È ad ogni modo abbastanza chiaro che la Cina non potrà, da sola, farsi carico di tutte le problematiche mondiali. Pertanto, Stati Uniti, Europa e Giappone dovranno adottare presto delle politiche monetarie e fiscali maggiormente efficaci, al fine di risolvere le problematiche interne attraverso le proprie azioni di competenza. La Cina conta infatti per poco meno del 10% dell’economia mondiale (pur in crescita proporzionale), mentre USA, Europa e Giappone, complessivamente, vantano un peso superiore al 60%.
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