Il tema “caldo” sui mercati valutari resta la svalutazione dello yen, conseguenza diretta della politica monetaria ultra-espansiva della Bank of Japan che ha deciso di combattere una volta per tutte la deflazione che attanaglia il paese del Sol Levante da ben 15 anni attraverso un piano di quantitative easing senza precedenti. La valuta nipponica continua a perdere valore nei confronti delle major currencies, accentuando i cali già a partire dalla settimana scorsa con lo yen in calo dopo commenti di Aso sul G-20 di Washington.
Il ministro delle Finanze nipponico Taro Aso, presente al G-20 con il governatore della BoJ, Haruiko Kuroda, ha sottolineato che non è giunta alccuna obiezione sul modo di condurre la politica monetaria. Aso ha dichiarato che non ci sono state critiche perché si è capito che il Giappone vuole raggiungere l’obiettivo di inflazione al 2% entro due anni e non quello di ottenere vantaggi commerciali attraverso la svalutazione competitiva dello yen.
Ad ogni modo la moneta nipponica è ancora in forte calo. Sul forex il tasso di cambio dollaro/yen si è avvicinaata molto a quota 100, toccando un top intraday a 99,88. Dieci giorni fa il cambio era salito fino a 99,94, ma anche in quell’occasione non era stata sfondata quota 100. Si tratta di una resistenza molto importante e allo stesso tempo una soglia psicologica in grado di imprimere una direzione ben precisa al cambio. In caso di breakout di 100, i prezzi potrebbero mettere il turbo e spingersi fino a 100,50 prima e 101,50 poi bel breve termine.
Lo yen rischia crollo senza freni secondo Soros e c’è chi come Credit Suisse stima un cambio dollaro/yen a 120 nel giro di 12 mesi. Considerando che la BoJ ha intenzione di raddoppiare la base monetaria nel giro di un paio d’anni, la stima sul target price della banca d’affari elvetica sembra coerente con la politica monetaria del paese del Sol Levante. Resta tonico anche il cambio euro/yen sopra 130 e sterlina/yen poco sotto quota 152.