Il dollaro americano prova a rialzare la testa, in attesa della riunione della Fed di mercoledì che dovrebbe creare i presupposti per un forte aumento della volatilità sui mercati finanziari. A favorire il rimbalzo del biglietto verde sono stati i market mover pubblicati ieri pomeriggio, ovvero l’indice Empire State Manufacturing e l’indice Nahb del settore immobiliare. Il primo, elaborato dalla Fed di New York, a giugno è salito a 7,84 punti dai -1,43 punti del mese precedente. Le stime di consenso erano ferme a un valore di 0 punti.
L’indice Nahb, invece, a giugno è salito a 52 punti dai 44 punti di maggio. Gli analisti finanziari si aspettavano un lieve incremento, ma solo a 45 punti. Ad ogni modo, considerando che si trattava di dati macroeconomici storicamente caratterizzati da un impatto sul mercato forex non particolarmente rilevante, il dollaro americano è salito solo in modo lieve su euro, sterlina e yen, mentre ha fatto meglio contro dollaro australiano e dollaro neozelandese.
► MERCATO FOREX IN ATTESA DELLA RIUNIONE DELLA FED
Il tasso di cambio euro/dollaro resta sopra 1,33. Negli ultimi giorni la volatilità si è ridotta e sul cambio si sta formando una figura di continuazione del trend nota come “triangolo”, che potrebbe favorire ancora la salita dei prezzi. Ad ogni modo, considerando anche la forte ascesa delle quotazioni negli ultimi giorni, un ritracciamento tecnico non va scartato. I prezzi potrebbero quindi tornare in area 1,33 – 1,3250. Il cross sterlina/dollaro quota intorno a 1,57, ma sembra aver trovato una resistenza di breve termine a 1,5750 che è anche il livello più alto degli ultimi 4 mesi.
Incerta poi la situazione sul cambio dollaro/yen, che ieri si è mosso praticamente tra 95 e 94 in un range molto limitato rispetto alle sedute precedenti. Torna a scendere il cambio Nzd/Usd fin sotto 0,80 e Aud/Usd sotto 0,9550. Il mercato si focalizzerà ora sull’evento della settimana, ovvero la riunione della Fed. Non dovrebbero esserci novità né dal fronte dei tassi né dal programma di quantitative easing. Tuttavia, secondo alcuni analisti finanziari, Bernanke dirà agli investitori che la riduzione del QE sarà considerata più avanti solo se il mercato del lavoro dovesse migliorare e i rischi sull’outlook macroeconomico diventare più contenuti.