Il motto ufficiale del Canada recita espressamente: da mare a mare. Bisognerebbe però cambiarlo di questi tempi, visto che la valuta ufficiale del paese nordamericano, il dollaro canadese, sta passando da un indebolimento all’altro. Non è un mistero, infatti, che la scorsa settimana la successione di Carney abbia rallentato il dollaro canadese. La giornata odierna, inoltre, si è caratterizzata per un altro ribasso rispetto alla moneta verde. Il motivo del nuovo declino va ricerca nelle ultime stime di un report economico, il quale ha messo in luce come il tasso di disoccupazione locale sia rimasto fermo al 7,4% nel corso del mese di novembre.
Al contrario, il Loonie ha guadagnato terreno rispetto all’euro, dato che la Banca Centrale Europea si sta sempre più convincendo a tagliare i tassi di interesse dell’eurozona. Anche a novembre, comunque, il dollaro canadese era in ribasso a causa del petrolio. Nonostante ciò, la divisa in questione dovrebbe essere protagonista a fine settimana di un buon guadagno, alla luce dei diecimila nuovi posti di lavoro che le compagnie canadesi hanno aggiunto lo scorso mese (negli Stati Uniti, invece, sono stati i licenziamenti a farla da padrona). Il deprezzamento odierno è stato pari a 0,1 punti percentuali rispetto al dollaro, con una quotazione complessiva che si è attestata sui 99,23 centesimi presso il Toronto Stock Exchange.
A questo punto un dollaro canadese è in grado di acquistare 1,0078 dollari statunitensi. La parità, come si può evincere piuttosto facilmente, non è molto lontana. Nel frattempo, i titoli obbligazionari a dieci anni del paese hanno visto ridursi il loro rendimento dello 0,02%, tanto da raggiungere l’1,68%. I bond in scadenza nel giugno del 2022, invece, sono aumentati di quindici centesimi. Un ultimo cenno lo merita il petrolio, di cui il Canada è grande esportatrice, sceso anch’esso dello 0,3% a New York, la stessa performance dell’indice S&P 500.
