Il dollaro australiano ha toccato il suo livello più alto degli ultimi due messi: la valuta oceaniana è riuscita a realizzare una performance simile grazie all’accordo raggiunto dai ministri finanziari dell’eurozona sul debito della Grecia. Il rialzo di Aussie è risultato evidente nei confronti di altre sedici controparti, come anche una settimana fa, quando la fiducia di Obama ha sostenuto il dollaro australiano (il riferimento va al cosiddetto “fiscal cliff“). Allo stesso tempo, il dollaro della Nuova Zelanda, conosciuto anche con l’appellativo di “Kiwi”, ha messo la parola fine al suo ribasso, visto che i titoli azionari del continente asiatico sono ormai giunti al loro quinto giorno consecutivo di rialzo.
La reazione iniziale del mercato all’accordo comunitario è stata dunque positiva, ma sono necessari ulteriori dettagli per capire se ci sarà una soluzione sostenibile a livello di eurozona. Per il momento, comunque, le divise dai rendimenti maggiori stanno traendo i principali vantaggi dalle prime notizie. Il dollaro australiano ha messo a segno un rialzo pari a 0,1 punti percentuali, una performance che le ha consentito di raggiungere gli 1,0479 dollari presso la Borsa di Sydney, dopo aver anche toccato gli 1,0490 dollari, ovvero il valore più alto dal 21 settembre scorso. Per quel che concerne la valuta neozelandese, invece, il guadagno è stato pari allo 0,2%, riuscendo ora ad acquistare 67,76 yen.
C’è anche da aggiungere che i rendimenti dei titoli obbligazionari australiani a dieci anni sono cresciuti di due 2,5 punti base (+0,025%), arrivando in tale maniera al 3,29%. Il tasso swap a due anni del Kiwi, invece, è leggermente avanzato verso l’alto (+0,01%), un indicatore utile per capire quanto si paga per ricevere tassi variabili. Tutte le iniziative che riguardano il debito pubblico della Grecia devono essere realizzate in maniera sostenibile, come ha anche sottolineato Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo, nonostante vi sia una serie di difficoltà che vanno ancora appianate.