La situazione sul mercato del Forex è tutta a vantaggio del Giappone a discapito degli Usa. Il dollaro viaggia sui minimi intraday nei confronti di euro e yen, in una mattinata che ha visto progressivamente affievolirsi l’impostazione di relativo ottimismo della prima parte della seduta.
Il risorgere dalla cautela penalizza soprattutto il biglietto verde, anche se per ora rimane a distanza dai minimi della settimana scorsa.
Intanto, Qatar, Arabia Saudita, Russia e Venezuela hanno concordato un congelamento della produzione di petrolio sui livelli di gennaio, a patto che vi aderiscano anche gli altri maggiori produttori. L’incontro di oggi ha quindi prodotto un esito parzialmente deludente, almeno per coloro che speravano in un taglio produttivo, limitando la risalita dei prezzi petroliferi e raffreddando la propensione al rischio sui mercati.
A metà mattinata l’euro/dollaro scambia poco sotto il massimo di seduta a 1,1193. La settimana scorsa il cambio era salito fino al picco da quattro mesi di 1,1377.
Lo Zew di febbraio non influisce sugli equilibri relativi al cambio, ma non fa comunque mancare supporto alla valuta unica: l’indice è risultato in calo, a quota 1,0 da 10,2 di gennaio, ma leggermente meno delle attese (fissate a zero).
Il cambio dollaro/yen tocca a sfiora mattinata un minimo di seduta a 113,74; siamo comunque quasi tre figure sopra il minimo da 16 mesi di 110,99 registrato la settimana scorsa.
Il mercato è riluttante a prezzare un’ulteriore stretta da parte della Fed”, come dichiara lo strategist di Bnp Paribas Sam Lynton-Brown. “Ciò suggerisce che anche se il mercato si muove sull”appetito per il rischio, i margini per un possibile apprezzamento del dollaro sono abbastanza limitati”.