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Disoccupazione Italia settore costruzioni

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 Ennesime brutte notizie sul fronte occupazionale italiano. A promuoverle è questa volta la Cgil, che facendo luce sul deterioramento del mercato del lavoro tricolore, afferma come nel corso degli ultimi quattro anni, nel solo settore delle costruzioni, sarebbero andati in fumo circa 500 mila posti di lavoro. Di qui la richiesta di una serie di iniziative urgenti per cercare di arginare le difficoltà e rilanciare in maniera più convinta il trend del settore, dove troppi piccoli operatori continuano a scomparire.

Secondo quanto affermato dalla FIllea Cgil attraverso il suo segretario Walter Schivella, “non si vede la luce in fondo al tunnel. La crisi è stata scatenata dall’insieme di due fattori: uno congiunturale, provocato dalla bolla immobiliare del 2008, e uno strutturale, cioè la crisi di un modello industriale vecchio e obsoleto, che non ha saputo capitalizzare gli anni di crescita del settore per rafforzare la qualità delle imprese, sia in dimensione che in investimenti finalizzati alla ricerca e innovazione dei materiali e delle filiere” (vedi anche Disoccupazione ancora in crescita in Italia – ottobre 2012).

S.econdo il segretario generale, prosegue il quotidiano La Repubblica nella sua edizione online, la crisi delle costruzioni italiane è stata più forte di quella degli altri Paesi europei, che hanno invece potuto contare su “un sistema delle imprese più strutturato che, sostenuto da politiche attive dei governi, ha saputo intervenire per tempo sui modelli industriali, innovandolo nella direzione della sostenibilità”.”Gli ultimi dati dell’edilizia” – conclude infine il quotidiano – “provenienti dalle Casse Edili dimostrano che “rispetto al 2008 abbiamo un calo del 31% degli addetti, del 35% delle ore lavorate e del 25% della massa salari. Dati che al Sud raggiungono punte massime, con il triste primato negativo di Sassari, dove si registra -47% di ore lavorate e addetti e -39% di massa salari. Segue Taranto, con -47% di ore, -35% addetti e -38% massa salari, poi Salerno con -41% ore, -38% operai e -31% massa salari.” Questi dati potrebbero portare a devastanti conseguenze in mancanza di un intervento immediato da parte del governo, causando un vero e proprio “tracollo sistemico”. Aggiunge che “abbiamo perso il 30% della produzione ed il 40% degli investimenti pubblici e tra il 2008 ed il 2010 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%” ( vedi anche Dati Istat 2013)