Giungono dall’Istat gli ultimi dati relativi all’andamento dell’economia reale. Dati che, come era lecito attendersi, sono fortemente negativi, con le vendite al dettaglio che a novembre registrano un altro calo, perdendo lo 0,4 per cento rispetto a ottobre e il 3,1 per cento su base annua. L’Istituto ricorda in proposito come si tratti del quinto ribasso congiunturale consecutivo, e dell’ottavo in misura tendenziale, e come su base annua risulti in discesa anche il comparto alimentare (- 2 punti percentuali).
Su base annua, conferma ancora l’Istat, è stata particolarmente forte la caduta del comparto non alimentare, in flessione del 3,7 per cento. A confronto con ottobre le vendite aumentano dello 0,1 per cento per il ‘food’ e diminuiscono dello 0,6 per cento per il non alimentare. “A riguardo” – sottolineava un approfondimento curato dal Messaggero – “l’Istat ricorda come l’indice delle vendite al dettaglio includa sia la dinamica delle quantità che dei prezzi, scesi dello 0,2% su base mensile e aumentati del 2,5% in termini tendenziali. Analizzando i diversi capitoli, rispetto a novembre del 2011, l’Istituto rileva cali dappertutto, con i ribassi più forti per ‘Supporti magnetici, strumenti musicali (7,6%)’, ‘Foto-ottica e pellicole (-5,7%), ‘Abbigliamento e pellicceria (-4,7%), ‘Mobili, articoli tessili, arredamento (-4,5%), ‘Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,5%)” (vedi anche Previsioni banche 2013).
Per quanto concerne l’andamento del commercio al dettaglio, il bilancio dei primi 11 mesi del 2012 è ancora negativo, con vendite in calo del 2 per cento su base annua. Oltre ai punti vendita di dettaglio di piccole dimensioni, che registrano fatturati in calo del 3,9 per cento, male anche la grande distribuzione, in calo del 2,1 per cento. Meglio l’andamento dei discount alimentari, in incremento di 1,2 punti percentuali. Dati estremamente negativi, quindi, sottolineati come “drammatici” dal Codacons, che ricorda come “il dato incorpora anche l’inflazione” e come a novembre “i prezzi degli alimentari erano saliti su base annua del 2,3%”, quindi “ in termini quantitativi si tratta di tracollo più che doppio” (vedi anche Inflazione 2012).