Negli scorsi giorni la pubblicazione degli ultimi dati industriali internazionali ha condizionato negativamente alcune tra le principali valute mondiali. Il dollaro statunitense, lo yen giapponese e (perfino) il franco svizzero hanno vissuto qualche ora di debolezza a causa del rilascio dei report sull’andamento dell’industria manifatturiera nelle più importanti aree di riferimento globale, i cui dati hanno superato le aspettative degli analisti, riducendo in tal modo la domanda per asset in valute ritenute, ancora oggi, particolarmente sicure.
Di conseguenza, a beneficiare del momentaneo stop del corso di franco, yen e dollaro sono state valute apparentemente secondarie sul mercato internazionale, come la corona svedese e quella norvegese, che hanno guadagnato discreto terreno nei confronti delle controparti di principale riferimento. A guadagnare è stato anche l’euro, che si è apprezzato grazie ai dati industriali provenienti dalla propria area, con consolidamento oltre le attese.
Alla luce anche degli ultimi scossoni valutari, una cosa sembra essere certa: il mercato valutario internazionale è più incerto che mai, e le oscillazioni in apprezzamento e deprezzamento delle monete di primario rilievo mondiale non offrono alcuna garanzia. Gli interventi sempre più frequenti delle banche centrali nelle politiche monetarie attive dovrebbero inoltre inasprire le incertezze, offrendo ampi margini speculativi.
Infine, sul fronte della fiducia dei mercati, lo ZEW (che cerca di stimare in che modo si svilupperanno i mercati nel corso dei sei mesi successivi), avrebbe annunciato un dato pari a -37,6 punti, in calo rispetto ai -15,1 punti del mese di luglio e contro previsioni medie degli osservatori internazionali pari a -26.
Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.
