Dal Fmi un Global Financial Stability Report miope

Il Global Financial Stability Report del Fondo monetario internazionale rilasciato oggi a Washington dice molto ma non tutto sullo stato dell’economia globale. Le indicazioni sono per la verità ottimistiche, e forse di corto respiro. Si dice infatti che dalla crisi in Medio Oriente l’impatto globale sarà limitato e lo stesso si rileva per le conseguenze del terremoto in Giappone. Eppure è chiaro che le cose non stanno proprio così. Prima di tutto perché quella che è stata chiamata “rivoluzione” di rivoluzionario ha avuto ben poco, si sta semmai evidenziando una situazione di stallo politico che mette a rischio i normali rapporti economici nell’area e non solo. In questo senso l’impatto non è limitato. Se poi per il Giappone l’Fmi prevede una sostanziale stabilità finanziaria dell’economia dell’arcipelago è impossibile non notare che la crisi nucleare è in continua escalation e che il governo giapponese proprio oggi ha rivisto al ribasso le stime economiche per la prima volta in sei mesi. E soprattutto il paese soffre del debito più elevato al mondo. Sulla questione del debito è un funzionario del Fmi ha spiegare una preoccupante verità: “Le politiche di sostegno messe in atto per ristabilizzare il sistema possono mascherare più profonde vulnerabilità”, ha detto José Vinals (foto), direttore del dipartimento mercati valutari e di capitale Fmi. Il Portogallo, intanto, avvia le trattative con Fmi e Ue per prestito.