Pesi e contrappesi. Dopo il G8 finanziario, cui ha partecipato anche la Russia, arriva il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (Sco), in scena oggi a Ekaterinburg, negli Urali. Dal 2001 la Sco riunisce sotto lo stesso tetto paesi molto diversi ma sempre più potenti come Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan con India, Pakistan, Iran e Mongolia come paesi osservatori. Nell’incontro odierno la Cina ha anticipato che stanzierà 10 miliardi di dollari come fondo anticrisi per aiutare i paesi della cooperazione. A darne notizia è stato lo stesso presidente Hu Jintao che ha motivato il gesto dicendo: “è necessario sostenere la stabilità finanziaria” nella regione tra Cina e Russia (Fonte Ap).
Troppo affini e vicini Impero del Sole e Cremlino per non tornare a parlare dell’egemonia del dollaro. Le riserve di entrambi superano di gran lunga il trilione di dollari, secondo l’ultima stima la Cina ne conserva 1,76 tri. E’ dunque più che comprensibile la preoccupazione dei due governi che guardano con costante diffidenza e tensione al crescente deficit pubblico statunitense. Per questo motivo il presidente Medvedev ha rilanciato l’idea di un ridimensionamento del potere della divisa americana sul mercato internazionale.
Sempre oggi nel contesto del summit Sco si incontreranno i rappresentanti dei paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina). Solo poche settimane fa Cina e Brasile hanno avviato l’intesa per gli scambi bilaterali in valuta locale, appunto per arginare il ruolo egemone del dollaro.
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