Un report “contrastante” quello del Beige Book di questo mese. Le tinte tenui con cui Bernanke (foto) sta tratteggiando la condizione economica di questo periodo non lascia ampi margini d’azione per chi opera solo in condizioni di estrema sicurezza. L’incertezza, o meglio le deboli dichiarazioni che provengono dalla Fed, e le affermazioni contrastanti che arrivano nei molteplici discorsi all’Eurotower (ieri Weber, il numero due della Bce, ha corretto il tiro sui rischi del medio termine, togliendo dalla lista nera l’inflazione) rendono difficile un’analisi “sicura” dei dati. Una centrifuga di informazioni contrastanti che ha spinto il mercato Forex in condizioni d’incertezza, per quanto rigiuarda le operazioni di breve termine. Analizzando il rapporto della Federal Reserve è facile accorgersi di quanto la situazione sia confusa, ma nonostante tutto permeata da un moderato e cauto ottimismo proveniente dai vertici dell’Organizzazione. “I rapporti dalle banche della Federal Reserve indicano che in generale l’economia americana continua a contrarsi o a rimanere depressa. In ogni caso – si legge nel sommario del Beige Book -, cinque dei dodici distretti fanno registrare una frenata nel calo delle performance, ma in diversi casi si notano segnali di stabilizzazione delle attività”. Nel dettaglio si nota che “il manifatturiero resta depresso nella maggioranza dei distretti, i servizi finanziari continuano a contrarsi, le vendite restano lente tranne in alcuni distretti dove si è notato un miglioramento su base mensile” e “l’occupazione continua a scendere in gran parte dei settori industriali, con solo poche aree in cui si segnalano assunzioni”. Inoltre le banche segnalano “ristrettezza delle condizioni del credito, aumento della delinquenza e scarsa qualità dei prestiti”. Bernanke si ritiene comunque ottimista, convito dell’aggancio della ripresa nel 2010. Intanto i prezzi sono calati dello 0,4%, come non accadeva dal 1955, un fenomeno di disinflazione (calo momentaneo dei prezzi) che preoccupa gli analisti che temono la deflazione, dal momento che il congelamento dei prezzi è dovuto allo stop forzato di consumi ed occupazione.