Crisi: mercati incerti, banche nel mirino. BCE ultima salvezza

Le borse europee hanno incassato un nuovo duro colpo, chiudendo in calo per il quarto giorno consecutivo. La crisi del debito continua a rappresentare una minaccia per la zona euro, mentre sui mercati pesa l’incertezza sui debiti pubblici dei suoi paesi membri. Piazza Affari ha chiuso in rosso, con l’indice Ftse Mib in calo dell’ 1,43%. Alla Borsa di Parigi, il CAC 40 è sceso dell’1,78%, a Francoforte, il Dax ha perso l’1,07%, il FTSE di Londra ha chiuso in calo dell’1,56%. L’indice dei valori principali della zona euro, l’Eurostoxx 50, ha ceduto l’1,16%.

La sessione è stata appesantita dalle preoccupazioni legate all’asta spagnola, un’emissione obbligazionaria a prezzi record. La Spagna ha collocato titoli decennali per 3,563 miliardi di euro, un valore che si pone a metà della forchetta di 3-4 miliardi precedentemente indicata. Il rendimento medio in assegnazione è stato del 6,975 per cento, pericolosamente vicino alla soglia critica del 7%.

Gli investitori hanno meglio digerito il risultato della Francia, attaccata da due settimane sul mercato obbligazionario, che è riuscita ad evitare il peggio. Parigi è riuscita a raccogliere che l’importo che sperava, ma ad un tasso superiore a quello del mese di ottobre. Prima dell’operazione, lo spread di rendimento tra i titoli francesi a 10 anni e i titoli tedeschi aventi la stessa durata (Bund, il benchmark in Europa) ha raggiunto, per la prima volta, 200 punti base – e era quasi a zero prima della crisi – , prima di contrarsi bruscamente nel pomeriggio.

Gli investitori stanno sguendo con estrema attenzione i colloqui, intensificatisi negli ultimi giorni, circa il maggiore coinvolgimento della BCE e il ruolo più incisivo che dovrebbe svolgere, con l’obiettivo di di risolvere la crisi. I leader della zona euro e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno discusso l’idea che la Banca centrale europea (BCE) possa prestare denaro al FMI, fornendo a quest’ultimo risorse sufficienti per sostenere e aiutare anche gli stati più grandi e “pesanti” dell’ eurozona, come l’Italia.

Proprio in una nota pubblicata Giovedì sull’Italia, dall’ agenzia di rating Fitch, si legge che il nuovo governo Monti ha davanti a sé una “finestra di opportunità per creare una sorpresa positiva che, se supportata da un’azione politica europea che includa un intervento della BCE, potrebbe rompere la dinamica del mercato e riportare i tassi a un livello più sostenibile”.

Due rapporti pubblicati Mercoledì sera dalle agenzie di rating sul settore bancario, sembrano essere fonte di nuove e ulteriori preoccupazioni per gli operatori. Moody’s ha annunciato il downgrade da una a tre tacche del rating di dieci banche pubbliche tedesche, prevedendo sarebbero meno suscettibili di beneficiare di un sostegno in caso di difficoltà.
Da parte sua, Fitch stima che le banche Usa potrebbero subire pesantemente l’aggravarsi della crisi in Europa. L’agenzia ha mantenuto il suo outlook per il settore bancario statunitense, ma ha precisato che “i rischi di shock negativo aumentano e potrebbero alterare questa opinione”.