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Crisi: Italia già in recessione? Fitch declassa otto banche

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 “L’Italia probabilmente è già in recessione”, questo il verdetto dell’agenzia di rating Fitch che, in una nota, annuncia il taglio del rating di 8 banche italiane. Si tratta di Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Credito Emiliano, Credito Valtellinese, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza e Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio. Per tutte l’outlook è negativo, motivato dalla previsione di un ulteriore deterioramento del contesto operativo sulla base dei rischi al ribasso attualmente presenti sui mercati

Il downgrade di Fitch  si giustifica in quanto “le banche italiane di media taglia affrontano la sfida strutturale di operare in un contesto mutato dove la capacita’ di generare utili operativi è calata a causa dei bassi tassi di interesse e dell’aumento dei costi di finanziamento”.

La decisione riflette il drammatico scenario italiano. Il rendimento dei titoli di stato italiani ha raggiunto oggi nuovi livelli record e lo spread Btp- Bund  è tornato sopra quota 500, assestandosi a 513 punti base. Il tesoro ha collocato Bot semestrali per 8 miliardi – a fronte di una domanda di 11,7 miliardi – i cui rendimenti sono quasi raddoppiati rispetto all’asta precedente, passando al 6,504% dal 3,535%. Il ministero dell’Economia ha anche piazzato Ctz  per 2 miliardi ad un tasso del 7,814%.  Schizza a livelli record anche il tasso dei Btp a due anni, che si porta all’8%.

Secondo Jens Weidmann, presidente di Bundesbank, l’Italia non è sull’orlo della bancarotta. In un commento rassicurante e ottimistico, il numero uno di Buba sostiene che  “l’Italia può convivere per qualche tempo con tassi di interesse del 7%”. “Non appena i rendimenti sui bond decennali salgono da qualche parte – ha dichiarato – , la gente inizia a predire la fine del mondo. Nè la Francia, nè l’Austria stanno barcollando e i loro tassi di interesse non sono straordinariamente alti rispetto ai loro livelli storici”.

Per il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel “un crollo dell’Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell’euro provocando un arresto del processo di integrazione europea con conseguenze imprevedibili “. Entrambi hanno ribadito  il loro sostegno al Paese, esprimendo  “fiducia” nei confronti di Mario Monti e dichiarandosi convinti dell’impegno che l’Italia saprà profondere “nello sforzo comune per trovare soluzioni alla grave crisi finanziaria ed economica nell’area dell’euro”. Da parte sua, il Primo ministro Monti ha confermato l’obiettivo del pareggio di bilancio 2013, assicurando che l’Italia adotterà rapidamente delle misure per promuovere la crescita, attualmente in fase di stallo.

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