Crisi debito: ricapitalizzare banche con urgenza. La road map di Barroso

Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, ha delineato la sua dettagliata strategia per ricapitalizzare le banche “con urgenza”. Come salvare le banche europee? Barroso ha cercato di dare la sua risposta, tratteggiando una sorta di road map per dare stabilità al sistema bancario, e ristabilire la fiducia nella zona euro. Il presidente della Commissione europea ha raccomandato di aumentare il livello del coefficiente patrimoniale, costituito dai fondi propri di alta qualità al netto delle esposizioni detenuti dalle banche, senza ipotizzare cifre. Attualemnte, secondo l’accordo di Basilea III che dovrebbe entrare in vigore nel 2013 e protrarsi sino a gennaio 2019, i requisiti patrimoniali minimi sono fissati, in tutto, al 7%. Barroso prevede anche di vietare il pagamento di dividendi a coloro che non rispetteranno i requisiti.

Come affermato da Jean-Claude Trichet, attuale presidente della Banca centrale europea, almeno fino al 30 Ottobre, il presidente della Commissione europea teme una “crisi sistemica” contro cui è necessario agire con urgenza. Per affrontare la crisi e scongiurare il rischio di un contagio, strettamente connesso alla tenuta del sistema bancario, Barroso ha anche sostenuto l’uso di un Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) dotato di ampi poteri. Il presidente della commissione Europea considera la possibilità di ricorrere all’EFSF se i governi non sono in grado di sostenere le loro banche attraverso una “leva”. Ha anche raccomandato che il processo di sostituzione di questo strumento da parte del Meccanismo europeo di stabilità (ESM), dotato di 500 miliardi di euro, sia accelerato, perchè il fondo permanente salvastati, sia operativo già a partire dall’anno prossimo invece che dal 2013.

L’idea di permettere al fondo di stabilità di finanziarsi direttamente presso la Banca centrale europea, sostenuta dagli Stati Uniti, è stato chiaramente respinto dall’ex direttore dell’istituto di Francoforte. Il suo successore, Mario Draghi, probabilmente sarà chiamato a pronunciarsi sulla questione quando, il 1 ° novembre, salirà alla cabina di comando dell’Eurotwer.

Nel frattempo, l’espansione della potenza di fuoco dell’ EFSF resta sospesa al voto slovacco. Il “no” del paese, il diciassettesimo e ultimo chiamato a esprimersi in merito, ritarda la sua attuazione. Ora rappresenta uno dei punti chiave del sostegno alla Grecia e agli altri paesi della zona euro, minacciati dal contagio della crisi del debito.

Per quanto riguarda la “governance economica“, tema richiamato da José Manuel Barroso, deve essa dovrà risolvere le nette differenze che ancora permangono fra i leader europei. Il governo francese, per esempio, ha fatto sapere che non farà ricorso all’EFSF per sostenere le proprie banche.