Questo è il secondo grande intervento in tre mesi. Dopo un primo nel mese di settembre, le maggiori banche centrali tra cui la Banca centrale europea (BCE) e la U. S. Federal Reserve (Fed), hanno annunciato Mercoledì 30 Novembre un’azione coordinata per alleviare il sistema finanziario, minacciato dalla crisi, migliorando le rispettive capacità di assicurare liquidità.
Oltre alla BCE, le nuove misure coivlogono la U. S. Federal Reserve (Fed), la Bank of Canada, la Bank of England, la Banca del Giappone, e la Banca nazionale svizzera. Queste azioni dovrebbero permettere “di estendere la loro capacità di fornire liquidità al sistema finanziario globale”, secondo quanto ha affermato la BCE. In definitiva, “lo scopo di queste azioni è quello di alleviare le tensioni sui mercati finanziari e ridurre così al minimo gli effetti di tali pressioni sull’approvvigionamento di credito alle famiglie e alle imprese e quindi contribuire a incoraggiare l’attività economica”.
Nel dettaglio, l’accordo tra le banche centrali dovrebbe consentire di fornire più facilmente liquidità alle banche che hanno bisogno di valute estere, compresi i dollari.
L’offerta di dollari da parte della BCE e delle altre banche centrali, in accordo con la Fed, sarà resa più agile ed estesa fino al 1° Febbraio 2013. La Federal Reserve Usa, di fatto, amplia le linee di swap in dollari con le altre banche centrali e riduce i costi degli scambi. Così, i dollari saranno offerti a un tasso ridotto dello 0,50% rispetto a oggi, grazie ad un nuovo calcolo del tasso di interesse.Il segnale, forse più importante del volume effettivo dell’ azione stessa , è quello di calmare il panico intorno alle banche europee e contribuire a prevenire un crollo devastante del credito. E’ anche un segno che la BCE è pronta a fare dei passi significativi per proteggere il suo settore bancario, pur non lasciando intuire se l’istituto di Francoforte sia pronto ad agire per sostenere direttamente gli Stati, stretti nella morsa del debito, acquistando massiciamente le loro obbligazioni.
E ancora. Le banche centrali si preparano a scambiare valute (accordi swap) diverse dal dollaro. La BCE potrà, ad esempio scambiare euro con yen con la Banca del Giappone, e fornire la valuta giapponese alle banche europee che ne hanno bisogno. “Al momento non vi è alcuna necessità di fornire liquidità in valute diverse dal dollaro, ma le banche centrali ritengono opportuno prendere accordi perché tali operazioni possano essere attuate rapidamente in caso di necessità”, mette in chiaro la BCE.
Inoltre, la BCE, la Bank of England, la Banca del Giappone e la Banca Nazionale Svizzera continueranno a fornire liquidità a tre mesi, fino a nuovo avviso. Dopo l’annuncio le Borse europee hanno ceduto all’euforia. L’euro è salito sopra 1,35 dollari, il massimo da una settimana.
La moneta unica era scambiata intorno a 1,33 dollari prima di salire subito dopo l’annuncio di questa decisione.
Se si tratta di un’ottima notizia per i mercati finanziari, almeno nel brevissimo termine, è allo stesso tempo un segnale particolarmente allarmante, riflesso della reale situazione del sistema finanziario globale.
La prima volta che le banche centrali hanno agito per agevolare il rifinanziamento in dollari è stato il 18 settembre 2008, tre giorni dopo il fallimento di Lehman Brothers. Le banche non sono più in grado di rifinanziarsi reciprocamente e la situazione si è aggravata, al punto da far temere una stretta creditizia.