Più volte, nei nostri articoli, parliamo di orso e toro indicando particolari movimenti di mercato. Altrettante volte ci siamo espressi in termini di bull e bear e, di conseguenza, di trend bullish e bearish. Ma cosa significano questi termini, e da dove trae origine l’utilizzo di queste denominazioni?
I termini toro e orso sono utilizzati nel lessico finanziario da molti anni. Entrambi i termini possono essere applicati sia all’intero trend dei mercati finanziari, che ai singoli titoli o alle singole valute / commodities. Riferendoci all’intero mercato, il bull (toro) è un mercato che aspetta o vuole che le quotazioni crescano, ed è altresì espressione di un mercato che sta partecipando attivamente al trend di rialzo; di contro, il bear (orso), è un mercato che si aspetta un declino, o indica un mercato effettivamente in declino.
Sebbene vi sia qualche discussione in merito alle origini dei due termini, opinione prevalente sembra attribuire la nascita delle due denominazioni a un uomo chiamato Thomas Mortimer, che scrisse alcuni approfondimenti sui “precursori” dell’attuale Borsa di Londra (la London Stock Exchange) nella parte finale del Settecento.
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In quelle occasioni, riferendosi al movimento dell’animale quando attacca, Mortimer indicò “toro” colui che acquistava azioni senza uscita monetaria nella speranza che il valore delle azioni potesse crescere nel breve termine, generando un guadagno prima della chiusura della posizione; e, di contro, “orso”, colui che vendeva azione senza uscite monetaria, nella speranza di uscire dalla posizione con profitto, e assistere al tipico movimento calante dell’orso quando attacca.
Da quel momento, toro e orso, bull e bear, sono entrate nella terminologia quotidiana di milioni di trader, e divengono oggi utilizzati come sinonimi universalmente accettati di movimenti crescenti o decrescenti, contribuendo a significare in maniera immediata e facilmente interpretabile, complessivi trend di mercato.