Uno dei più drammatici e tradizionali casi di influenza esogena sul corso dei mercati valutari ci è stato purtroppo offerto negli ultimi giorni dai tristi eventi che hanno condizionato i sentimenti dei cittadini – e, tra di essi, degli investitori – norvegesi, di tutta Europa e di tutto il mondo: gli attentati che hanno coinvolto la Norvegia, generando una nuova ondata di impressioni emotive e, soprattutto, un centinaio di vittime.
Come era facilmente prevedibile, nelle ore successive all’attentato, la corona norvegese è precipitata nei confronti delle principali valute di riferimento. Un comportamento caratterizzato da un’ondata di vendite della valuta nord europea, frutto non tanto, ovviamente, di scelte raziocinanti, quanto di un istintivo atteggiamento che ha portato enormi schiere di investitori sul Forex a disfarsi della moneta in questione.
I forti quantitativi di vendita sono stati infatti avviati mediante richieste di selling in tempi molto ravvicinati rispetto all’impatto dell’attentato, quando ancora non era nota la causa dei tragici eventi, e quando l’unica reazione consolidatasi rapidamente nel mercato è stata quella di vendere la corona norvegese.
Ad ogni modo, come sottolineano gli analisti, sia le caratteristiche di questo comportamento, sia il fatto che abbia condizionato il corso della corona norvegese (per quanto valuta di importanza continentale, non stiamo parlando del dollaro statunitense), non dovrebbero permettere un condizionamento ad ampio raggio del mercato valutario e, di conseguenza, da ora in poi non ci attendiamo grandi scossoni indiretti da quanto accaduto a Oslo e Utoya, sull’andamento dei prezzi delle altre valute di principale riferimento internazionale.
Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati.